TASSI DI INTERESSE AI MINIMI, MA DOMANDE MUTUI ANCORA IN CALO
Con tassi di interesse che possono scendere anche all’1% sul fisso e allo 0,33% sul variabile, ci si aspetterebbe che la richiesta di mutui in Italia attraversasse una fase di grande espansione. Eppure, come rilevato da un articolo de Il Sole 24 Ore, la domanda di nuovi mutui a giugno 2019 è scesa dell’11,6% su base annua. Le cause di questa tendenza sarebbero molteplici: dall’incertezza politica alla riduzione dei salari, passando per un calo delle surroghe.
Trend negativo per surroghe e nuovi mutui
Dall’inizio del 2019 le richieste di mutui sono in netto calo, sebbene le banche siano ben disposte a erogarli, come confermano i tassi ai minimi storici. Secondo gli esperti una delle cause va ricercata nel calo delle surroghe (spostamento di un vecchio mutuo in una nuova banca con la possibilità di modificare tasso e durata) e delle sostituzioni, (spostamento di un vecchio mutuo in una nuova banca con richiesta di una cifra aggiuntiva): dopo un quadriennio di boom, entrambe le soluzioni attraversano oggi una fase di fisiologica contrazione.
Meglio l’affitto
I mutui d’acquisto, che rappresentano la parte preponderante del mercato, registrano segnali di rallentamento. Sul fronte locazioni, come evidenziato da un recente studio della Banca d’Italia, i canoni sono in crescita del 3,3% su base annua. Da ciò si può dedurre che le famiglie italiane hanno un atteggiamento prudente, forse in attesa di conoscere i contenuti della prossima Legge di Bilancio.
Rispetto a 10 anni fa, salari inferiori
La terza ragione per cui le domande di mutuo non aumentano è legata ai salari: oggi in Italia si guadagna meno che nel 2009. Inoltre, l’inflazione è cresciuta più della retribuzione annuale lorda, impoverendo il potere d’acquisto dei lavoratori. La conseguenza è che, per molte famiglie, una rata di 400 o 500 euro non sarebbe sostenibile.
articolo tratto da https://www.immobiliare.it/news/